mercoledì 16 marzo 2011

Vittime di sé stessi

Ho atteso diversi giorni prima di scrivere due righe sul nucleare, è un argomento delicato e soggetto all'abitudine tutta italiana di schierarsi in due fazioni contrapposte guelfi e ghibellini.
Ciò che mi ha sorpreso è la reazione della destra italiana.
Per anni, infatti, partiti come il PdL e la Lega hanno fatto leva sulle paure dei cittadini per fare propaganda politica.
Per anni sono state strumentalizzate paure come quella del'immigrazione incontrollata, della criminalità e dei diritti civili; per anni sono stati strumentalizzati a fini politici tutti gli episodi "utili" per la propria causa e confidando sull'emotività dei cittadini, sulle loro suggestioni, si è fatto abbandonare ogni elemento di razionalità volto ad analizzare la situazione col dovuto distacco.
In pratica la destra ha abituato l'opinione pubblica a formare le proprie idee non sulla scorta di dati incontrovertibili, ma su emozioni troppo spesso fatte accrescere dalle televisioni.
Ora il governo italiano sembra essere vittima di sé stesso e del suo metodo di propaganda.
Infatti, Berlusconi aveva puntato molto sul ritorno del nostro Paese fra gli stati che utilizzano il nucleare per l'approvvigionamento energetico, investendoci molto anche mediaticamente, sperando che fossero superate le paura post-Chernobyl.
Ma ecco che dall'altra parte del mondo un terremoto ed uno tsunami creano i presupposti per un 
disastro-nucleare, la sinistra facendo leva sulla tecnica ormai collaudata di utilizzare la paura a scopi politici, chiede il ripensamento del governo sulla politica nucleare ed il Governo sente montare l'impopolarità.
Da una parte si chiede coerenza, dall'altra si rischia di scontrarsi con l'opinione pubblica alla vigilia di una tornata elettorale.
E' come essere fra l'incudine e il martello, la destra si trova ad essere, quindi, vittima di sé stessa e del suo modo di far politica.