sabato 20 giugno 2009

Un mese fa Dave Eggers si era impegnato a rassicurare tutte le persone preoccupate per il futuro della carta stampata. E così ha scritto un’email collettiva.

Caro lettore bisognoso di conforto, grazie per aver voluto condividere con me le tue preoccupazioni sul futuro della carta stampata. Non starò a elencare tutti i motivi per cui vale la pena battersi per la sopravvivenza di libri e giornali di carta.

Ma vorrei dire alcune cose. Prima di tutto mi scuso per questa email collettiva. Come forse saprai, tempo fa ho parlato di fronte a un centinaio di persone, a New York, e non pensavo che il testo del discorso sarebbe finito in rete. Arrivo al sodo.

Vorrei rassicurare le persone come te che amano la carta stampata: per ogni notizia scoraggiante ce n’è sempre una buona. Il succo del mio discorso all’Associazione degli scrittori americani era questo: a San Francisco, nella scuola di scrittura dove insegno, ogni giorno vedo l’entusiasmo dei ragazzi di fronte alla parola stampata. Spesso sentiamo dire che le persone (soprattutto i giovani) non leggono più. Secondo me è un’affermazione esagerata.

Le vendite di libri sono in aumento. L’abitudine alla lettura nelle scuole elementari e medie non è cambiata. Semmai, dovremmo preoccuparci di non perdere lettori alle superiori. Ogni settimana incontro quindici liceali di San Francisco nella sede della nostra casa editrice, McSweeney’s. Hanno tra i 14 e i 18 anni, e sono lettori molto più svegli e smaliziati di quanto non lo fossi io alla loro età. Scommetto che ce ne sono milioni così, sparsi in tutto il paese.

Un vero affare
McSweeney’s se la cava bene: è un’azienda artigianale ma funziona. Finora non abbiamo dovuto licenziare nessuno. Siamo piccoli e indipendenti, e ci teniamo a restare così. Limitiamo i rischi e cresciamo con prudenza. Se resti piccolo e indipendente, i lettori ti saranno fedeli e riuscirai a pubblicare cose interessanti.

Un tempo i margini di profitto nel mondo dell’editoria erano ridotti ma sicuri, e chi lavorava in questo settore era felice di fare qualcosa che amava. Da quando i grossi gruppi hanno comprato case editrici e quotidiani, invece, la corsa ai profitti ha tolto un po’ di gioia a questo lavoro.

Presto pubblicheremo sul sito di McSweeney’s un’anticipazione del prossimo progetto, che uscirà sotto forma di giornale. Vogliamo dimostrare che, con le dovute correzioni, il giornale di carta può ancora funzionare e avere successo. Siamo convinti che per garantire un futuro ai giornali bisogna mettere a punto un modello che stia in piedi, e i giornalisti devono essere pagati bene.

Per prima cosa, quindi, deve essere un giornale a pagamento. Per convincere la gente a comprarlo, però, deve essere un oggetto che esalti la bellezza della carta stampata, lasciando spazio al giornalismo d’inchiesta, alla fotografia, alla grafica e ai fumetti.

Dobbiamo mettere nelle mani dei lettori qualcosa che non troveranno mai su internet: solo così saranno disposti a spendere un dollaro a copia. E quel dollaro, insieme ai ricavi di un po’ di pubblicità, terrà l’impresa a galla.

Se i giornali continueranno a offrire sempre meno, i lettori avranno un motivo in più per non comprarli. Vogliamo che il nostro giornale sia un oggetto così bello e lussuoso che pagarlo un solo dollaro sembrerà un vero affare.

Il web è certamente il regno dell’ultima notizia, ma il mondo dell’editoria ha ancora delle carte da giocare. Le due realtà possono coesistere, a patto che non si occupino delle stesse cose. Per sopravvivere, il giornale e il libro devono offrire un’esperienza unica e irripetibile.

È ora di tornare a celebrare la bellezza della carta stampata. Dài alle persone qualcosa per cui lottare, e lotteranno; qualcosa per cui pagare, e pagheranno. Caro lettore, durante l’estate ti terrò informato sui progressi del nostro piccolo progetto e su tutte le altre buone notizie. Per ora, grazie per l’attenzione.

da INTERNAZIONALE

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